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In Italia crescono gli acquisti di prodotti made in Italy a km 0

cibo e sostenibilità – Sempre più sostenibile la spesa alimentare. Gli italiani aumentano gli acquisti di prodotti made in Italy e a km. 0, riducono quelli di prodotti di marca ed etnici, adottano comportamenti consapevoli quando vanno a fare le spesa, attribuiscono crescente importanza a salubrità, naturalezza e basso impatto ambientale dei prodotti.

I dati sono quelli che emergono dal Report “FragilItalia”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione, per testarne l’evoluzione delle opinioni relative al tema “Consumi e transizione green”.

A segnare gli incrementi percentuali maggiori sono gli acquisti di prodotti made in Italy, che aumentano del 28% rispetto al passato, e di prodotti a KM. 0 (+ 18%). Seguono, a distanza, i prodotti “light” e quelli integrali, che mettono entrambi a segno un +4%. Specularmente, il calo più forte riguarda gli acquisti di prodotti di marca (-52%), seguito da quelli dei prodotti etnici (-26%), biodinamici (-24%) e a base di soia (-23%).

I prodotti più acquistati

Osservando invece la classifica dei prodotti percentualmente più acquistati, le prime due posizioni sono sempre occupate dai prodotti made in Italy (dichiara di acquistarli il 63% degli intervistati, con punte del 72% tra gli over 50, e del 70% nel nordest e nel ceto medio), e dai prodotti a KM. 0 (acquistati dal 54%, che sale al 62% tra gli over 50 e al 61% nel ceto medio).

In terza posizione si collocano i prodotti ecosostenibili, a basso impatto ambientale (dichiara di acquistarli il 47%, che sale al 54% nel ceto medio), seguiti, ex aequo, dai prodotti light e integrali (acquistati dal 44%). Dal lato opposto, il 74% dichiara di aver diminuito gli acquisti di prodotti di marca (84% nel ceto popolare, 80% al Nordest), il 51% di prodotti biologici (61% nel ceto popolare), il 49% i prodotti equo-solidali, il 45% quelli ecosostenibili (51% tra gli under 30 e nel ceto medio basso).

“Stiamo attraversando una fase turbolenta e delicatissima: il caro energia e materie prime, il disordine che risale le filiere, il surriscaldamento inflativo hanno impatti diretti allarmanti sugli andamenti dei consumi e sui bilanci famigliari” – commenta Mauro Lusetti, presidente di Legacoop – “ma mentre attiviamo misure per sostenere il settore e non alimentare rischiosi avvitamenti, dobbiamo anche tutelare ciò che di buono è avvenuto in questi anni. I consumi e le abitudini al consumo in questi anni, e persino durante la pandemia, sono mutati: da un lato, e certamente, il carovita spinge a cambiare le proprie abitudini privilegiando il risparmio; e d’altra parte gli italiani mostrano una sempre maggiore sensibilità verso i temi della sostenibilità ambientale, sociale, economica”.

I motivi che spingono a rivedere gli acquisti

Quali i motivi essenziali che hanno spinto chi ha ridotto gli acquisti (di tutti i prodotti) a farlo? I risultati del sondaggio parlano chiaro: il prezzo troppo elevato e la necessità di risparmiare. Il prezzo troppo elevato viene indicato dal 50% per la riduzione di acquisti dei prodotti biologici, seguiti dai prodotti di marca (49%), dai prodotti ecosostenibili (48%), da quelli biodinamici (47%), dai prodotti a KM.0 (46%), dai prodotti equo-solidali (44%), dal made in Italy (41%).

La necessità di risparmiare spinge a ridurre gli acquisti di prodotti made in Italy per il 47%, dei prodotti etnici per il 43%, degli equo-solidali per il 42%, dei prodotti di marca e vegani per il 41%, dei prodotti a KM.0 per il 39%.

Interessanti le indicazioni relative ai riflessi che la crescente attenzione complessiva alle tematiche del green e della sostenibilità esercita sulle future scelte di acquisto. Il 58% degli intervistati dichiara che aumenterà l’attenzione per prodotti che abbiano confezioni riciclabili; seguono, tutte con il 56%, le indicazioni per la salubrità e naturalezza dei prodotti e delle loro componenti, per il prezzo calmierato, per i prodotti ecologici. Il 52% dichiara che aumenterà l’attenzione alla filiera, preferendo i prodotti locali, e all’eticità dei prodotti, che dovranno in primo luogo essere rispettosi dei diritti dei lavoratori. Il 47% dichiara che preferirà acquistare direttamente dai produttori.

L’88% degli intervistati dichiara di portare da casa sacchetti in tessuto o di utilizzare quelli biodegradabili il 92% nelle Isole), l’85% di confrontare il prezzo al Kg./litro dei vari prodotti (90% tra gli over 50), l’83% di stilare la lista della spesa per evitare di acquistare prodotti che non servono, l’80% di acquistare prodotti con confezioni di carta/cartone (86% al Sud e tra gli over 50), il 74% di acquistare, quando possibile, prodotti sfusi, il 73% di acquistare ricariche dei prodotti per la cura della casa per ridurre lo spreco di plastica, il 71% di acquistare prodotti ecosostenibili (76% nelle Isole e nel ceto medio)

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