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Il suolo è in pericolo: il 33% delle terre é oggetto di degrado

cambiamento climatico – Sono elementi quali la crescita demografica, l’industrializzazione e il cambiamento climatico a costituire una seria minaccia per la salute del suolo.
In tutto il mondo il suolo è oggetto di un rapido deterioramento a causa dell’erosione, dell’esaurimento dei nutrienti, della perdita di carbonio organico della impermeabilizzazione e di tutta una serie di altre minacce.
Il processo può essere invertito ma occorre un impegno specifico volto alla promozione di pratiche di gestione sostenibile e all’utilizzo di tecnologie adeguate, come sottolinea il nuovo rapporto ONU pubblicato i giorni scorsi.

Lo ‘Stato delle Risorse dei Suoli nel Mondo’ prodotto dal Gruppo Tecnico Intergovernativo della FAO sui Suoli conta sulla presenza di circa 200 esperti in materia provenienti da 60 paesi. La pubblicazione coincide con la chiusura dell’Anno Internazionale dei Suoli 2015 delle Nazioni Unite, che mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di quello che é stato definito “il silenzioso alleato umanità”.anno internazionale del suolo Onu

“Impegnamoci a promuovere una gestione sostenibile dei suoli, ancorata a una buona governance e ad investimenti mirati. Assieme possiamo sostenere la causa dei suoli, un vero, solido, sostegno per la vita” ha sottolineato il Segretario Generale dell’Onu Ban-ki Moon, in occasione della Giornata Mondiale dei Suoli.

I suoli sono un elemento essenziale per produrre colture ricche di nutrienti, inoltre sono in grado di filtrare e pulire decine di migliaia di chilometri cubi di acqua ogni anno.
In pratica fungono da enormi serbatoi di carbonio e aiutano a regolare le emissioni di anidride carbonica ed altri gas serra, quindi svolgono un’azione fondamentale per regolare il clima.

Il rapporto sottolinea che la maggioranza dei suoli del mondo si trova in ‘condizioni discrete, mediocri, o molto negative’ ma nella maggior parte dei casi la situazione sta andando verso un peggioramente evidente.
Il 33% delle terre si presenta come moderatamente se non altamente degradato a causa dell’erosione, della salinizzazione, della compattazione, dell’acidificazione e dell’inquinamento chimico dei suoli.

“Ulteriori perdite di terre produttive danneggerebbero fortemente la produzione agricola e la sicurezza alimentare, aumentando la volatilità dei prezzi alimentari, e potenzialmente spingendo milioni di persone sotto la soglia della fame e della povertà. Il rapporto tuttavia dimostra che la perdita di risorse e di funzioni dei suoli può essere evitata,” ha tenuto a sottolineare il direttore generale della FAO José Graziano da Silva.

Il rapporto, composto daagricoltura cambiamento climatico - suolo - arido 650 pagine, è introdotto da alcune considerazioni di Graziano da Silva che si dice convinto che le informazioni contenute nel rapporto “aiuteranno enormemente a sostenere un’azione a tutti i livelli per una gestione più sostenibile dei suoli,” sottolineando che tutto ciò è in linea con l’impegno della comunità internazionale, tesa a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

In fatto di numeri il documento sottolinea come oggi oltre il 35% della superficie terrestre del pianeta – non ricoperta dai ghiacci – sia stata convertita ad uso agricolo con l’intento di nutrire una popolazione che ha raggiunto i 7,3 miliardi di persone.
I suoli, privati così della vegetazione naturale, sono soggetti a drastici aumenti dell’erosione e pesanti perdite di carbonio, nutrienti e biodiversità.
Evidente anche il peso dell’urbanizzazione. L’espansione delle città e delle industrie sono le cause principali di degrado.

Il cambiamento climatico, in questi giorni argomento di punta della conferenza ONU di Parigi COP21– é un ‘ulteriore fattore chiave del cambiamento dei suoli’ come si può leggere nel rapporto.

07 dicembre 2015

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