. Spesa green: sempre più italiani scelgono i prodotti a km zero

Spesa green: sempre più italiani scelgono i prodotti a km zero

spesa green Dal biologico al chilometro zero fino alle denominazioni di origine: per gli italiani arriva la svolta green nella spesa.
In Italia ha preso campo il locavorismo, una nuova filosofia di vita che si propone come alternativa al mondo del confezionato con l’intento di ridurre l’impronta ambientale dei prodotti.
Nel nostro paese si consumano più cibi locali, prodotti e trasformati in un raggio di circa 200 chilometri dalla propria casa, con un spesa che supera complessivamente i 20 miliardi di fatturato nel 2015 per effetto di un deciso orientamento a fare scelte guidate oltre che dal prezzo, anche da attributi di salubrità e naturalità dei prodotti.

È quanto emerge da una analisi della Coldiretti. Un  tripudio di prodotti biologici e tipici, ma anche innovazioni improntate al benessere e alla sostenibilità ambientale come il latte in polvere di latte d’asina che per sue caratteristiche è il più simile a quello materno e può essere utilizzato nei casi di intolleranza ma anche il sapone di alloro, la spugna di zucca o il bagnetto piccante di pomodoro peperone.

Forse non si tratta per tutti di una scelta consapevole, ma secondo la Coldiretti, sono quindici milioni le persone che mettono nel carrello prodotti locali a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti. Solo la rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica della Coldiretti ha quasi diecimila spesa - frutta - verdurariferimenti in tutta Italia.

Un italiano su due, invece, secondo l’indagine Doxa per Coop, acquista regolarmente prodotti tipici e l’Italia, sottolinea la Coldiretti, è l’unico Paese che può vantare 273 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) e oltre ventimila agriturismi.

E non solo. Il Bel Paese è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%).
L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa, con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti.
Secondo un’analisi Coldiretti su dati Sinab, il nostro Paese conta 49.070 imprese biologiche, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente, mentre cresce anche la superficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni di ettari (+5%).
Le aziende bio italiane sono il 17% di quelle europee, una percentuale che ci rende campioni continentali del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell’Ue) e Polonia (25.944, 10% di quelle europee).

Insomma, negli ultimi anni stiamo assistendo ad una vera e propria svolta green degli italiani, tanto che il 70% si dichiara disposto a spendere qualcosa in più per i prodotti naturali, il 65% per quelli ogm free e il 62 per cento per quelli bio secondo una analisi della Coldiretti su dati Nielsen.

Una predisposizione che si traduce in scelte di acquisto nel carrello dove ad esempio nel primo semestre del 2015 aumentano gli acquisti di uova bio ma calano quelli delle normali, cresce la pasta bio è si riduce quella classica e ci sono più succhi di frutta bio e meno tradizionali per il nonostante le differenze nei prezzi di vendita possono essere anche sensibili.

16 ottobre 2015

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