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L’Unione Europea scende in spiaggia contro la plastica in mare

mare e rifiuti – In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani sabato 8 giugno la Rappresentanza italiana della Commissione europea, insieme all’associazione Ambiente Mare Italia, organizza un’azione dimostrativa di pulizia della spiaggia di Ladispoli, presso Torre Flavia.

L’intento è quello di sensibilizzare la popolazione sul problema dei rifiuti marini, che rappresentano una grave minaccia per la biodiversità e hanno ripercussioni anche su turismo e pesca.
Osservando da vicino la pesca, a conti fatti nell’Unione europea il costo stimato dei rifiuti marini oscilla tra l’1 e il 5% dei ricavi totali

Oltre l’80% dei rifiuti che si trovano abitualmente in spiaggia o in mare è costituito da plastica, e in larga parte proviene da fonti terrestri.

In un recente sondaggio Eurobarometro, si legge che i cittadini europei cominciano ad essere coscienti e preoccupati dell’impatto ambientale della plastica sulla loro salute (74%) e sull’ambiente (87%).

Si evidenza una situazione particolarmente critica nel Mediterraneo, che presenta tra le più alte densità di materie plastiche al mondo ed è considerato la sesta più grande zona di accumulazione di rifiuti marini.
I circa 7.500 km di coste italiane sono fortemente esposte a questa forma di inquinamento.
L’Italia con 90 tonnellate al giorno, si colloca al terzo posto per quantità giornaliera di materie plastiche scaricate nel Mar Mediterraneo, dietro solo alla Turchia (144) e alla Spagna (126).

Il Consiglio Ue affronta il problema dei rifiuti marini

Il 21 maggio 2019 il Consiglio dell’UE ha adottato in via definitiva i testi legislativi proposti dalla Commissione europea per affrontare il problema dei rifiuti marini derivanti dai 10 prodotti di plastica monouso rinvenuti più spesso sulle spiagge europee, e dagli attrezzi da pesca abbandonati, che insieme rappresentano il 70% di tutti i rifiuti marini. Si stima che grazie a queste norme si potranno evitare danni ambientali per 22 miliardi di euro entro il 2030, consentendo di evitare emissioni pari a 3,4 milioni di tonnellate di CO2.

La strategia europea sulla plastica

“Ogni anno sono prodotti miliardi di tonnellate di plastica e solo il 30% viene riciclato.

Non possiamo più attendere, se vogliamo proteggere l’ecosistema marino. La direttiva sulla plastica monouso è un elemento essenziale del piano d’azione per l’economia circolare della Commissione europea e rientra nella strategia dell’UE sulla plastica, che colloca l’Unione europea in prima linea nella lotta globale contro i rifiuti marini. – dichiara Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea – Oltre alla definizione di un quadro normativo ad hoc, l’UE è da tempo impegnata a sostenere finanziariamente progetti e tecnologie che contribuiscono a salvaguardare l’ambiente naturale e a migliorare la salute dei nostri mari”.

Il progetto Medsealitter

In tale ambito si inquadra il progetto Medsealitter, finanziato con fondi UE per oltre 2 milioni di euro, che attraverso una rete di collaborazione tra Aree Marine Protette – supportate da istituti di ricerca, associazioni ambientaliste e università – ha permesso di sviluppare per la prima volta un protocollo condiviso di monitoraggio sui rifiuti marini e i loro effetti nel Mar Mediterraneo. Nell’arco di circa 2 anni, i 10 i partner impegnati nel progetto (provenienti da 4 Paesi UE – Italia, Spagna, Francia e Grecia) hanno percorso oltre 20.000 km con imbarcazioni di varie dimensioni, aerei e droni in diverse aree del Mediterraneo, registrando quasi 6.500 oggetti galleggianti costituiti tra il 75 e l’87% da rifiuti prodotti dall’uomo. Di questi, tra l’80 e il 90% erano composti da polimeri artificiali (plastica).

Contemporaneamente sono stati effettuati campionamenti per quantificare i rifiuti ingeriti da parte di alcune specie animali considerate indicative come le tartarughe Caretta Caretta e i pesci Boga, per valutarne il rischio di esposizione al marine litter.

“Oltre il 65% delle tartarughe esaminate presentava oggetti o frammenti di plastica all’interno del tratto digestivo, mentre il 50% delle Boga esaminate aveva ingerito micro-plastiche. Più in generale 260 specie, tra cui invertebrati, tartarughe, pesci e mammiferi marini, – dice Patrizio Scarpellini, direttore del Parco Nazionale delle Cinque Terre, ente coordinatore del progetto Medsealitter – sono direttamente o indirettamente colpite dal marine litter. Un fenomeno che ha effetti devastanti non solo sulla biodiversità, ma anche sulla qualità delle acque e degli interi sistemi territoriali”.

Ruolo chiave delle aree marine protette

Le Aree Marine Protette svolgono un ruolo chiave nella tutela del territorio. Per questo l’obiettivo è che il protocollo comune sviluppato venga adottato da quante più Aree Marine Protette possibile, in modo da definire modalità di gestione uniformi dei rifiuti marini e interventi di governance per limitarne l’impatto ambientale.

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