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Diminuisce la produzione di rifiuti, cresce la raccolta differenziata

raccolta differenziata Quanto costa la differenziata in Italia? La risposta arriva dall’edizione 2013 dell'”Analisi dei costi della raccolta differenziata” realizzata da Bain & Associati per Federambiente e presentata ieri a Roma.

Il report offre una significativa base di dati sui costi della raccolta differenziata e dei diversi materiali, delle modalità di raccolta, del bacino di utenza e di altre variabili.

L’edizione 2013 dello studio (la prima edizione fu pubblicata nel 2009) consiste non solo in un aggiornamento dei dati sul complesso delle raccolte differenziate di rifiuti urbani e assimilati ma anche in una puntuale e articolata analisi delle diverse modalità di raccolta che consente di costruire un sistema di costi rigoroso e attendibile che si offre come base di confronto e d’elaborazione di strategie di politica industriale sia per le imprese sia per i decisori politici.

IL CAMPIONE – Le imprese che hanno partecipato allo studio raccolgono oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (27% del totale dei rifiuti urbani prodotti in Italia). In particolare, raccolgono il 27% dei rifiuti differenziati, il 23% del totale degli imballaggi e praticano la raccolta differenziata (47%) in misura superiore alla media nazionale (40%).
Il campione è rappresentativo della realtà nazionale sia per incidenza delle diverse frazioni oggetto dello studio (acciaio, alluminio, carta e cartone, plastica, vetro, legno) sia per area geografica (Nord, Centro, Sud e Isole), così come per tipologia di centri serviti (grandi città, comuni medi, comuni piccoli), dimensione aziendale (grande, media, piccola) e organizzazione (monoutility, multiutility).

LA METODOLOGIA – I dati raccolti (organizzazione e gestione del servizio, modelli di raccolta, risorse umane e tecniche, vari parametri di costo) sono stati analizzati ed elaborati allo scopo di comprendere i modelli di raccolta e di quantificare i costi per le diverse frazioni merceologiche.

LA PRODUZIONE DI RIFIUTI – Mentre la produzione complessiva annua di rifiuti urbani nel periodo 2007-2012 ha subìto un calo dell’8%, passando da 32,541 a 29,962 milioni di tonnellate, nello stesso periodo la raccolta differenziata è fortementcassonetti raccolta differenziatae cresciuta in termini di peso (da 8,960 a 11,965 milioni di tonnellate, +34%) e, a maggior ragione, in percentuale sul totale (dal 27,5 al 39,9%, con un incremento del 45%). Negli stessi anni la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio è passata dal 17 al 21% sul totale dei rifiuti; la crescita dei volumi è stata di oltre 870.000 tonnellate, corrispondente a un incremento del 16%.

LA CRESCITA DEI COSTI – Tra il 2007 e il 2012 il costo medio della raccolta differenziata è cresciuto del 48%, da 134 a 198 euro a tonnellata, per l’effetto combinato dell’inflazione e dei maggiori costi della raccolta “porta a porta”, la cui incidenza sul complesso della raccolta differenziata degli imballaggi è passata dal 28 al 49%. L’incremento effettivo dei costi tra il 2007 e il 2012 è stato però più contenuto: l’aumentata efficienza delle performance delle imprese ha consentito un recupero dell’11%, pari a 15 euro a tonnellata, portando così il costo medio effettivo della raccolta differenziata a 183 euro/tonnellata (+37% rispetto al 2007).

I CONTRIBUTI DEL CONAI – I contributi che i consorzi di filiera del CONAI riconoscono alle imprese sono non solo significativamente inferiori ai costi della raccolta differenziata dei singoli materiali, ma negli ultimi cinque anni la loro crescita è stata largamente inferiore all’incremento dei costi, determinando un peggioramento delle condizioni per le imprese che si occupano della raccolta: per la carta selettiva (proveniente esclusivamente da imballaggi) il contributo è cresciuto del 3% a fronte di un costo aumentato del 39%; 3% in più anche per la carta congiunta (imballaggi mescolati a giornali ecc.) rispetto a un +39% dei costi; +12% il contributo per la plastica, il cui costo è aumentato del 23%; +4% il contributo per il vetro, la cui raccolta costa il 35% in più.

LE VARIABILI DEI COSTI – Le differenze che si riscontrano nei costi della raccolta differenziata degli imballaggi sono determinate da diverse variabili: la dimensione dei comuni serviti (il costo a tonnellata è minimo in quelli più piccoli e massimo nelle grandi città), la quantità di rifiuti pro capite (meno rifiuti - cassonettirifiuti a testa si producono, più alto è il costo), il modello organizzativo (internalizzazione, esternalizzazione), le modalità di raccolta (stradale, porta a porta).

IL PORTA A PORTA – Si è visto che il sistema di raccolta porta a porta è cresciuto fino quasi e uguagliare quello stradale. In particolare, è diventato quello di gran lunga più importante per la carta selettiva (91% contro 9%) ed è sopra la media anche per la plastica e il vetro (rispettivamente 54 e 55% contro 45 e 44%: in ambedue i casi i centri di raccolta contribuiscono con un residuale 1%), mentre per la carta congiunta si ferma al 44% contro il 56% della raccolta stradale. Il porta a porta consente d’intercettare una quota di rifiuti d’imballaggio (31%) del 60% più elevata rispetto alla raccolta stradale (12%). I costi sono però sensibilmente più elevati: mentre la raccolta stradale dei rifiuti d’imballaggio costa mediamente 142 euro a tonnellata, quella porta a porta sale a 245 euro a tonnellata.

LE PRATICHE INNOVATIVE – In alcune realtà sono state introdotte modalità innovative di raccolta differenziata, per esempio il sistema stradale “coperto”, che prevede l’introduzione di uno strumento elettronico d’apertura/chiusura dei contenitori dell’indifferenziato e la misurazione dei conferimenti per singolo utente e per singolo materiale, consentendo di mettere in atto delle forme di premialità per gli utenti virtuosi. Questo sistema consente d’intercettare il 25% dei rifiuti d’imballaggio, con un costo di raccolta complessivo (indifferenziato + imballaggi) di 13 euro a tonnellata, ancora superiore a quello del classico cassonetto (86 euro/tonnellata) ma nettamente inferiore a quello del porta a porta (196 euro/tonnellata).

29 novembre 2013

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