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Legambiente lancia “Il Green Act che serve all’Italia”

ambiente ed economia – La recessione? Ha irrobustito gli elementi di efficienza e sostenibilità ambientali. L’economia e la società italiane hanno gestito in maniera più efficiente le risorse, consumato meno energia, prodotto più energia da fonti rinnovabili e riciclato più rifiuti. Partendo dall’analisi contenuta nel rapporto Ambiente Italia 2015, Legambiente presenta “Il Green Act che serve all’Italia”, un documento che avanza proposte concrete e misure immediatamente applicabili per affrontare le sfide del futuro.

“Il premier Renzi ai primi di gennaio ha anticipato che il Governo avrebbe dedicato il mese di marzo alla messa a punto di interventi per dare nuovo impulso allo sviluppo green dell’economia – sottolineano in Legambiente -. Un’occasione per individuare le misure che davvero  possono aprire prospettive importanti alla politica industriale nel Paese”.

Per questo Legambiente ha deciso di sottoporre al confronto con i diversi interlocutori politici, imprenditoriali e sociali un contributo che vuole segnalare alcune direzioni di marcia e proporre delle misure concrete che potrebbero immediatamente essere approvate e contribuire a sbloccare il paese.

Le proposte sono divise in 11 schede, 11 temi fondamentali su cui Legambiente avanza proposte concrete ed un indirizzo di lavoro:

1.   Fiscalità green chi inquina paga, chi innova risparmia

2.   Città rigeneriamole

3.   Bonifiche risanare le ferite

4.   Energia Italia rinnovabile

5.   Rifiuti urbani ridurre e riciclare prima di tutto

6.   Mobilità nuova pedoni, pedali, pendolari

7.   Trasporti #cambiareverso alle infrastrutture

8.   Dissesto idrogeologico azioni per prevenire

9.   Natura investire sulla biodiversità conviene

10. Turismo l’Italia oltre la grande bellezza

11. Risorse Europee 2014-2020 sfide e opportunità

“Il Green Act che serve all’Italia – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – deve rappresentare una scossa e aprire un nuovo indirizzo di politica economica, fiscale, industriale, culturale. Serve un disegno strategico che avvii un percorso organico fatto di misure concrete, da subito operative per realizzare quel cambio di passo necessario a rompere con le idee di sviluppo del Novecento, perché dal boicottaggio delle rinnovabili allo Sblocca Italia non c’è stato nessun segnale di cambiamento, come se questi temi non fossero urgenti e non rappresentassero una parte sostanziale del rilancio del Paese”.

26 febbraio 2015

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