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Pausa pranzo: in ufficio è più leggera

alimentazione al lavoro“Schiscia o schiscetta”, “gavetta o gamella”… quello che per i nostri padri era un sacrificio rispetto alla possibilità di sedersi a tavola in famiglia per un pranzo a regola d’arte è oggi non solo una scelta obbligata ma può diventare addirittura un’occasione per mangiare leggeri e seguire la buona regola dei 5 pasti al giorno.

E’ quanto emerge dalla 5^ edizione dell’Osservatorio Nestlé – Fondazione ADI sugli stili di vita, per il quale il pranzo in ufficio, abitudine per il 13% degli intervistati che lavorano, risulta più leggero di un pranzo a casa, momento ancora centrale per il 55% del campione.

E sono proprio le donne che tendono a fermarsi in ufficio ancor più degli uomini (58% verso il 42%) con una punta tra i 34 e i 54 anni. Quanto alla scelta, le preferenze ricadono per lo più su insalatona (15%) o il panino (33%) con un 29% che sceglie o accompagna il pranzo con una porzione di frutta.

Per la metà del campione di riferimento (55%) che riesce a pranzare a casa, invece, i ritmi rallentano, il primo piatto diventa una costante (51%), spesso le portate sono 2 (15%), il pranzo si fa rilassato ma … abbondante. Non solo: contrariamente alle attese, anche la convivialità, valore fondamentale del mangiare bene, viene persa nella dimensione domestica, sacrificata dalla fruizione di altri strumenti di compagnia (televisione 78%, telefono 13%).  Solo il fortunato 13% che pranza fuori, al ristorante o al bar, sembra potersi permettere sia la compagnia sia un po’ di movimento.

Rivalutata dunque la ‘schiscia’ per la leggerezza del cibo, restano sempre a suo sfavore i tempi di consumo troppo brevi (una media di 20 minuti che arriva a 15 per il 49%) e la tendenza a mangiare seduti al PC durante la pausa.

Tuttavia, secondo Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI e Coordinatore scientifico dello studio “se il pasto leggero viene affiancato dai 2 spuntini, a metà mattina e a metà pomeriggio, riusciamo più facilmente a non esagerare con il cibo e a non arrivare a cena con lo stomaco vuoto ma con la giusta fame per goderne in modo sereno e con un tempo adeguato.

Se tuttavia la regola del vivere bene è nella quantità e varietà degli alimenti, un consiglio fondamentale anche per gli amanti di insalatona e panino è quella di non dimenticare di dedicare il giusto tempo anche ai pasti frugali e di prevedere sempre un po’ di movimento nella pausa pranzo. Soprattutto cerchiamo di evitare di consumare il pranzo al tavolo di lavoro, leggendo documenti o davanti al computer e se possibile facciamo una passeggiata. Più complessa è la riflessione per chi mangiando a casa preferisce la televisione a qualunque altra compagnia, verosimilmente questo comportamento risente anche delle problematiche socio economiche del periodo che condizionano pesantemente la psicologia individuale e favoriscono l’isolamento”.

In generale, dall’analisi del campione totale degli italiani, fare un “bel pasto completo” al giorno d’oggi, sembra non andare più di moda. Secondo i risultati dell’Osservatorio Nestlé – Fondazione ADI, infatti, gli italiani che si dedicano un pasto completo sono sempre meno, quest’anno pari al 15% del campione (23% lo scorso anno). A pranzo si preferisce un primo (44%) o un secondo (32%), a cena invece si preferisce un secondo piatto 54%, anche se gli italiani che optano anche per un bel piatto di pasta è aumentato leggermente rispetto allo scorso anno (16% nel 2013 rispetto al 12 %del 2012).

19 marzo 2014

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