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OGM in Emilia-Romagna? No, grazie!

produzione agricola Legambiente si mobilita contro gli OGM per un’Italia libera da coltivazioni transgeniche.

Il prossimo 9 aprile il Tar del Lazio si esprimerà sul ricorso dell’agricoltore friulano Giorgio Fidenato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810, una coltura geneticamente modificata.

“Se il TAR dovesse accogliere tale ricorso si prefigura il via libera alle coltivazioni transgeniche in Emilia-Romagna come nel resto della Penisola, con ripercussioni anche sul cibo che mettiamo in tavola ogni giorno – spiegano i responsabili di Legambiente Emilia Romagna -. La produzione agricola italiana di qualità, uno dei pochi settori risparmiati dalla crisi, sarebbe gravemente compromessa: un colpo durissimo per le nostre coltivazioni, le produzioni biologiche, le esportazioni e la libertà di scelta di tutti noi cittadini.
Ma il popolo italiano ha già manifestato in più occasioni la sua opposizione agli OGM. Per questo Legambiente chiede a tutti di ribadire la propria volontà di scegliere cosa mettere nel piatto e proteggere la tipicità dei nostri prodotti”.

La Regione Emilia Romagna, già da anni ha una disciplina contro gli OGM e a fronte di questo Legambiente chiede di predisporre norme di emergenza, come sta facendo il Friuli Venezia Giulia.
“Un richiamo per una decisa posizione anti ogm va anche ai consorzi di tutela dei prodotti tipici, perché chiedano una incompatibilità tra territori DOC e DOP con la presenza di OGM, e che soprattutto impongano che anche l’alimentazione di vacche e suini sia libera da OGM – spiegano in associazione -“.

“È assurdo che una scelta così importante per ambiente ed economia possa avvenire in silenzio e nelle aule dei tribunali amministrativi” – afferma Lorenzo Frattini presidente di Legambiente Emilia-Romagna. pannocchie - mais
“L’agricoltura transgenica risponde  ad un modello di produzione in cui l’agricoltore è legato mani e piedi a multinazionali i cui obiettivi e i cui approcci non hanno nulla a che fare alla tradizione agricolo di qualità del Paese e dell’Emilia Romagna. Il futuro di questa regione dovrebbe essere se mai quello del 100% bio, come marchio di qualità”.

L’imminente delibera del Tar del Lazio segnerà fortemente questa battaglia per la qualità e per la sovranità alimentare nel nostro paese, rendendo tangibile la minaccia di contaminazione in campo aperto e impedendo, nel lungo periodo, la coltivazione di prodotti OGM free convenzionali e biologici – si legge ancora nel comunicato diramato da Legambiente -. L’immissione in ambiente di materiale geneticamente modificato attraverso la semina è un atto irreversibile, che contamina il patrimonio genetico delle nostre colture.

“Per tutti questi motivi è necessaria una giusta informazione e una forte azione di sensibilizzazione al riguardo, che Legambiente (insieme a numerose organizzazioni del mondo agricolo, ambientalista, che danno vita alla Task Force contro gli OGM) realizza attraverso presidi, blitz, banchetti informativi, giochi e momenti di coinvolgimento dei cittadini, per ribadire che noi, nel nostro paese, gli OGM non li vogliamo!”.

Per l’iniziativa di questa mattina Legambiente ha scelto un luogo simbolo del cibo tradizionale dove avviare la campagna regionale, l’antico Mercato di Mezzo di via Clavature A Bologna, dove ha inscenato alcune azioni di folklore tra negozianti e passanti, invitandoli a scegliere tra il cibo di laboratorio e quello tradizionale.

03 aprile 2014

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