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NINA: il test che diagnostica l’HIV senza energia elettrica

salute ed energia – Forse non tutti lo sanno, ma oggi uno dei principali ostacoli nella lotta contro l’AIDS è la difficoltà nell’effettuare una diagnosi precoce, che permetta al soggetto affetto dal virus di curarsi in modo tempestivo, limitando la diffusione del virus (fattore fondamentale se inteso su scala mondiale: basta pensare al fatto che, ad oggi, si stima che solo la metà delle persone affette da AIDS siano a conoscenza della propria condizione).

Nei decenni che abbiamo alle spalle la scienza medica ha fatto passi giganteschi nella cura di questa difficile patologia (tanto da permettere a chi ne è affetto di vivere a lungo e in condizioni dignitose) ma quello della cosiddetta diagnosi precoce rimane un problema attuale.

Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo (che, come è noto, sono quelli in cui il virus dell’HIV conosce la sua maggiore diffusione), infatti, raggiungere un ospedale per poter effettuare il test diagnostico spesso è un’impresa così ardua da impedire una diagnosi tempestiva.

Per questa ragione, un team di esperti ha coltivato l’idea di creare un test diagnostico che, per funzionare, non necessiti di strumentazione alimentata ad energia elettrica (in molti luoghi dei paesi energeticamente arretrati, infatti, una rete elettrica efficiente è un obbiettivo ancora da raggiungere).

Si chiama NINA ed è un test in corso di perfezionamento ideato da alcuni ricercatori del National Institute of Healt i cui risultati sono stati recentemente pubblicati.

Fino ad oggi, i test diagnostici si sono basati sull’individuazione degli anticorpi o degli acidi nucleici che compongono il virus, effettuata tramite un prelievo di campione ematico; NINA, invece, è un test in grado di recuperare energia da una semplice reazione chimica a base di ferro e magnesio.

Un altro vantaggio di non poco conto è il costo di questo innovativo strumento diagnostico elaborato dai ricercatori americani: soli sei centesimi di dollaro a campione.

Inutile dire che, in Paesi economicamente ed energeticamente poveri, si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione nella lotta all’AIDS. Più in generale, infatti, introdurre in tali zone del mondo tecnologie in grado di fornire energia elettrica in maniera alternativa (si pensi al fotovoltaico ad esempio) è un modo valido per aiutare concretamente chi ci vive.

Per chi invece è più fortunato – come noi – un modo semplice per risparmiare sull’energia elettrica, limitando così gli sprechi anche su scala mondiale, è quello di utilizzare i siti di comparazione delle numerose offerte fornite dai gestori principali, come SosTariffe.it.

17 dicembre 2014

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