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La Road map del Wwf: 5 passi per un’economia sostenibile in Europa

economia sostenibileCinque passi fondamentali per costruire un’economia sostenibile in Europa, una transizione che potrebbe generare risorse economiche annuali per oltre 300 miliardi di euro grazie all’efficienza energetica e creare fino a 20 milioni di posti di lavoro entro il 2020.

E’ quanto dimostra il rapporto reso noto oggi dal WWF dal titolo “From crisis to opportunity: five steps to sustainable european economies – Dalla crisi all’opportunità: Cinque passi verso economie Europee sostenibili”, lanciato in occasione dell’incontro che si sta tenendo a Bruxelles dei 28 Ministri delle Finanze europei  per concordare un nuovo Fondo Europeo di Investimenti Strategici (EFSI) proposto dal presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.

Il rapporto del Wwf – si legge in una nota – dimostra come il sempre più crescente disastro ecologico stia superando per gravità le dimensioni attuali della crisi economica ed è in linea con le conclusioni principali dell’ampio rapporto sullo Stato dell’Ambiente, presentato la settimana scorsa dall’Eea (Agenzia Europea per l’Ambiente). I danni provocati dalle alluvioni, come quelle che hanno colpito anche di recente il nostro Paese, sono costate negli ultimi 10 anni più di 150 miliardi di euro, la ‘bolletta annuale’ dell’inquinamento dell’aria equivale invece a 537 miliardi di euro mentre le industrie europee sono costrette a importare materie prime non più disponibili in Europa del valore di 300 miliardi di euro”.

La roadmap del WWF per l’Europa prevede 5 passi fondamentali  per costruire un’economia sostenibile focalizzata su obiettivi raggiungibili nei prossimi 5 anni.

Per ottenere il massimo risultato è necessario che i cinque ambiti fondamentali per la crescita si integrino tra loro:
clima e energia (con la massima promozione di energie rinnovabili, risparmio, efficienza e riduzione delle emissioni)
efficientamento delle risorse e loro gestione (quindi l’applicazione di una Circular Economy, un’economia circolare che non preveda lo scarto, il rifiuto, l’inquinamento ma promuova i processi produttivi circolari),
politiche fiscali e finanziarie innovative che eliminino i sussidi perversi ai processi negativi per l’ambiente (come i sussidi ai combustibili fossili) e inseriscano le tasse sull’utilizzo delle risorse e i danni all’ambiente,
una leadership globale nello sviluppo sostenibile
una strategia da qui al 2050 che costituisca un sfida  per l’Europa per consentirci di vivere in armonia con i limiti biofisici del pianeta, grazie all’eco innovazione, ai lavori “Green”, ai nuovi indicatori di benessere oltre al PIL, all’economia circolare ecc.green economy

“Invece di perseguire il solito trend di crescita che ‘prima inquina poi pulisce’ – osserva Sébastien Godinot, esperto di economia del Wwf e autore principale del rapporto – il presidente Juncker e i leader europei dovrebbero stare più attenti ai veri sintomi delle nostre economie malate: l’impoverimento delle risorse naturali e la mancata considerazione di questa straordinaria ricchezza da parte dei mercati. Il messaggio è molto semplice: nessuna economia può svilupparsi senza risorse naturali”.

“Le economie sostenibili hanno un potenziale enorme in termini di benefici prodotti, molto più del Piano di Investimento di Juncker: sono capaci di generare oltre 20 milioni di posti di lavoro entro il 2020 (dati della Commissione Europea, ndr). Come? In gran parte utilizzando minori quantità di risorse e energia, compensando i fallimenti del mercato e proteggendo concretamente la natura in Europa”, osserva ancora Godinot.

Il Wwf sottolinea come il capitale naturale, con la messa a disposizione delle sue risorse e il flusso dei suoi servizi e la capacità di assorbire emissioni e rifiuti, sia alla base dei processi economici, del nostro benessere e del nostro sviluppo e debba diventare centrale nelle nuove impostazioni economiche.

Il rapporto dell’associazione ambientalista si basa su oltre 400 studi e ulteriori rapporti prodotti da istituzioni come l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (Ocse), il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (Unep), la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) e la Commissione Europea, diversi importanti consulenti governativi come McKinsey e Ecofys insieme ai principali economisti mondiali, da Lord Nicholas Stern, a Pavan Sukhdev, fino allo scomparso premio Nobel Simon Kuznets, il ‘padre del Pil’.

10 marzo 2015

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