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Il grafene è la plastica del futuro: a Genova nascono i Graphene Labs

i materiali del futuro – Nasce a Genova il primo nucleo dei laboratori del grafene, ribattezzato la ‘plastica del futuro’, il super materiale ‘erede’ del silicio che rivoluzionerà l’elettronica.

I Graphene Labs sono stati realizzati all’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), con un investimento iniziale di 3 milioni di euro.

Si tratta, annuncia l’Iit, di una delle principali infrastrutture a livello internazionale dedicate allo sviluppo del grafene e degli altri materiali bi-dimensionali.

L’investimento iniziale è destinato a crescere anche nei prossimi anni ed è finalizzato al trasferimento tecnologico verso il tessuto produttivo. In questo modo i Graphene Labs, coordinati da Vittorio Pellegrini, “si propongono alle imprese manifatturiere italiane come share facility, una fabbrica condivisa, per la produzione di grafene e altri cristalli bidimensionali e per la creazione di una nuova classe di materiali compositi più resistenti e leggeri” spiega l’Iit.

I Graphene Labs di Iit vedono impegnate circa 30 persone tra scienziati, ingegneri e studenti, e una struttura dedicata al technology transfer. L’infrastruttura comprende sistemi per la produzione di inchiostri di grafene, macchine industriali per la crescita del materiale su substrati metallici e a base silicio, sistemi per la deposizione su larga scala di film di grafene e tutti i più avanzati e sofisticati sistemi per l’analisi del materiale.
Il laboratorio ha già aggregato un primo nucleo di imprese operanti in Italia – Thales, Solvay, Dyers, Directa Plus, Tiberlabs, Momo

A. Abrusci -IIT

A. Abrusci -IIT

Design, Gewiss, Nokia, Baldasari Cavi – con cui si stanno sviluppando alcuni prototipi. L’idea alIa base dei Graphene Labs di Iit è quella di rendere il grafene – oggi principalmente utilizzato per produzioni molto sofisticate e con costi elevati – un prodotto a basso costo adatto per lo sviluppo di manifattura di largo consumo.

La tecnologia di Iit punta allo sviluppo di inchiostri di grafene e di altri cristalli bidimensionali utilizzabili per la stampa 2D e 3D, e facilmente integrabili con altri materiali.

“Questo consente – sottolinea l’Isituto – di unire le proprietà del grafene – resistenza, leggerezza, flessibilità, elevata conduttività elettrica e di calore, proprietà antigraffio e antibatteriche, biocompatibilità – a gran parte delle lavorazioni manifatturiere in uso, moltiplicandone le potenzialità e le funzionalità, con un costo contenuto, ma senza rinunciare alle prestazioni”.

In particolare, le applicazioni riguardano soprattutto i compositi, dove il grafene è integrato sia con altri polimeri, quali polistirolo e plastiche anche biodegradabili, come uno dei recenti brevetti dell’Iit, per realizzare materiali isolanti nell’edilizia, sia con metalli per applicazioni nell’elettronica tradizionale, come batterie e schermi flessibili, e organica, e anche con fibre di carbonio e kevlar per ottenere strutture resistenti e leggere, tra cui telai per il settore automobilistico o aereospaziale ma anche per l’abbigliamento e i materiali tecnici.

05 gennaio 2015

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