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Europa fra siccità ed inondazioni

cambiamenti climatici – Un’Europa divisa tra inondazioni e siccità, livelli del mare in aumento, precipitazioni che si spostano verso nord diminuendo drasticamente al sud. Le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto aprono nuovi scenari, mentre gli eventi estremi, prima considerati rari, stanno già modificando le abitudini.

E’ il quadro tracciato da Antonio Navarra, presidente del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, intervenuto al convegno “Europa 2030. Obiettivi ambiziosi per la lotta ai cambiamenti climatici e l’energia”, organizzato da Greenpeace, Legambiente e Wwf.

Eppure, i cambiamenti climatici ci sono sempre stati, ne scriveva già Aristotele nel suo “De Meteorologica” facendo l’esempio della Grecia descritta da Omero: aveva un altro clima. Allora perché lanciare oggi un allarme?

“Grazie alle ricerche sui ghiacciai antartici è stato possibile studiare le concentrazioni di Co2 nel tempo, che per milioni di anni ha oscillato tra le 200 e le 280 ppm. Oggi abbiamo superato le 400 ppm, in soli 40 anni siamo passati da 320 a 400 ppm”, spiega Navarra.

Velocità, dunque, ma anche un processo se non inarrestabile, quasi: “le proiezioni per il futuro parlano di un aumento della temperatura tra 1,5 C° e 4 C°, a seconda della direzione che decideremo di prendere, ma anche nella migliore delle ipotesi, anche se smettessimo oggi di emettere Co2 in atmosfera ci sarebbe comunque un riscaldamento del pianeta di 0,8C°”.

Con tutte le conseguenze del caso. Per quanto riguarda l’area mediterranea “si prevede un -20% di precipitazioni su base annua e un aumento medio del livello del mare tra i 10 e i 20 cm – aggiunge il climatologo – un’Europa Centro Settentrionale colpita dalle inondazioni e un’Europa meridionale colpita dalla siccità”.

Nell’ultimo rapporto dal titolo “National adaptation policy processes in European countries – 2014”, l’Agenzia Eurorio-inquinamento-acqua-ambiente.pea per l’Ambiente (EEA) ha analizzato risposte dettagliate, provenienti da 30 paesi europei, sul tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Si tratta, cioè, di una raccolta d’informazioni su strategie e azioni messe in campo a livello nazionale per prevenire i rischi derivanti dai cambiamenti climatici o, detto in altre parole, tutto quello che si può fare e progettare per rendere il territorio più pronto, e meno vulnerabile, di fronte agli impatti del clima che cambia.

In oltre i tre quarti dei paesi, si legge nella ricerca, l’adattamento ai cambiamenti climatici è un argomento che fa parte dell’agenda politica, mentre si notano risposte pressoché unanimi nel definire gli eventi estremi come fattori che hanno innescato dei processi di adattamento. Tra le altre ragioni che hanno portato il tema dell’adattamento all’interno delle agende politiche nazionali, un ruolo rilevante spetta alle direttive dell’Unione Europea (la seconda motivazione per citazioni ricevute), seguita dai costi derivanti dai danni prodotti dal mancato adattamento (terza motivazione) e i risultati della ricerca scientifica per supportare le strategie e le azioni da intraprendere.

“È la prima volta che gli sforzi di adattamento dei paesi europei vengono analizzati in maniera così esauriente” ha detto Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’EEA. “Spesso, per motivi per altro validi, l’attenzione si concentra sugli sforzi tesi a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Ma l’adattamento è inevitabile, è quindi un fatto molto positivo che su questo argomento ci sia ora un focus politico a livello europeo. Ora, molti paesi hanno bisogno di tradurre i piani in azioni”.

Nonostante una diffusa consapevolezza tra i politici – 21 paesi sono dotati di una strategia nazionale di adattamento – azioni concrete sono ancora alla fase iniziale in molta parte dell’Europa. Fino ad oggi sono solo 13 i paesi che stanno già implementando politiche di adattamento, secondo i dati della ricerca. La disponibilità di informazioni è la più menzionata tra gli strumenti politici di adattamento, mentre la gestione delle risorse idriche è il settore di adattamento che ha fatto registrare i maggiori livelli di priorità.

15 ottobre 2014

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