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Clima ed energia: Europarlamento rilancia 3 target obbligatori per il 2030

clima ed energia Il Parlamento europeo giudica troppo poco ambiziosi gli obiettivi fissati dal pacchetto sul clima e l’energia per il 2030 presentato il 22 gennaio scorso dalla Commissione Ue.
Ieri, durante la sessione plenaria, a Strasburgo é infatti stata votata a maggioranza con 341 voti a favore, 263 contrari e 26 astenuti, una risoluzione, non vincolante, destinata a rilanciare il dibattito in vista del Consiglio europeo di marzo.

Invece di un solo obiettivo vincolante, l’Europarlamento rilancia tre nuovi target Ue per il 2030: 40% di riduzione della CO2 rispetto al 1990, 30% di consumo di energia da rinnovabili ed un aumento del 40% dell’efficienza energetica.

“Con questo voto abbiamo messo nero su bianco che la proposta della Commissione europea del 22 gennaio è troppo timida per rispondere alle vere sfide ambientali che ci troviamo di fronte – spiega l’eurodeputato Andrea Zanoni -.
Per questo oggi abbiamo chiesto alla Commissione europea obiettivi vincolanti per la riduzione delle CO2 a un effettivo e non fittizio 40% e che le energie rinnovabili e l’efficienza energetica raggiungano obbligatoriamente rispettivamente il 30 e il 40% del totale”.

Zanoni fa riferimento al pacchetto clima 2030 presentato dalla Commissione europea il 22 gennaio scorso, che prevede una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (Ghg) del 40% rispetto al 1990, un obiettivo vincolante a livello Ue per portare la quota delle energie rinnovabili almeno al 27%, politiche più ambiziose in materia di efficienza energetica, un nuovo sistema di governance e una serie di nuovi indicatori per assicurare un sistema energetico competitivo e sicuro.

Anche per il parlamentare europeo Francesco De Angelis, «Con il voto di oggi il Parlamento europeo mette la Commissione davanti alle sue responsabilità».
L’eurodeputato membro della Commissione Industria, ricerca, energia dice di aver «sempre difeso, anche in fase emendativa i tre target vincolanti: riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, energie rinnovabili e efficienza energetica».

In questa fase, per De Angelis, «è fondamentale ridurre gli elevati costi dell’energia, che hanno ricadute enormi per le nostre industrie e per i cittadini. L’importazione di petrolio e gas costa all’Unione europea più di 500 miliardi di euro, è arrivato il momento di cambiare rotta».

06 febbraio 2014

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