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Da rifiuto a manufatto: Gomitolorosa dà nuova vita alla lana di scarto

economia circolare – Recupero, solidarietà, terapia, condivisione e salvaguardia ambientale sono le tante sfaccettature di un impegno come quello messo a segno da Gomitolorosa.

Partendo dalla necessità di dare una nuova vita alla lana di scarto, che oggi è soprattutto un costo, l’associazione no profit, ha dato vita ad un virtuoso meccanismo di economia circolare dove un rifiuto si trasforma in un manufatto con l’obiettivo di favorire il recupero della lana per metterla a disposizione di chi la vuole lavorare (facendo cosi del bene alla propria mente) e produrre manufatti pronti per essere a loro volta donati a chi ne ha bisogno.

La lana invenduta diventa un costo per gli allevatori

“Ciò che un tempo per gli allevatori era considerata una ricchezza, la lana, è diventata oggi un costo – spiegano in associazione -. Infatti ad ogni primavera inoltrata le pecore devono essere tosate, ma il vello rasato non è più appetibile sul mercato e se non viene venduto è considerato dalla legge italiana un “rifiuto speciale”: il pastore non può abbandonarlo nei campi, pena l’inquinamento del suolo, né bruciarlo, pena l’inquinamento dell’aria. Il problema pare quindi non avere soluzione.

L’allevamento delle pecore, invece, ha subito addirittura un’accelerazione per l’accresciuta domanda di carne ovina, soprattutto da parte della crescente immigrazione di religione musulmana”.

Un recupero della lana a scopo terapeutico e solidale

Alla necessità di dare nuova vita alla lana di scarto Gomitolorosa risponde concretamente proponendo un recupero a scopo terapeutico e solidale.

Gomitolorosa opera accanto ad alcune associazioni di Biella con le quali ha costituito lo EUROPEAN WOOL EXCHANGE  impegnato anche su un fronte europeo.

Cosa fa Gomitolorosa

Recupera la lana italiana in esubero, altrimenti bruciata, ai fini della salvaguardia ambientale e della conservazione delle lane autoctone, con cui crea gomitoli in 14 differenti colori associati ad alcune patologie. 12mila i kg di lana di scarto recuperati dal gennaio 2012 a oggi.

Sostiene la lanaterapia e la promozione del lavoro a maglia a fini terapeutici presso Ospedali e strutture che si occupano di salute con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari, ripristinare il benessere del corpo e della mente, abbattere lo stato di ansia per l’attesa della diagnosi.

I progetti sono ora sospesi per COVID, ma appena possibile riprenderanno in queste strutture: Clinica Mangiagalli – Fondazione IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico (MI); A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino – Ospedale Molinette (TO); Nuovo Ospedale degli Infermi – Asl Biella (BI); ASST Papa Giovanni XXIII (BG); ASST Ospedale Maggiore di Crema (CR); Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni (TR) Ospedale Santa Maria Goretti (LT): Azienda ospedaliera Papardo (ME); Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Sant’Orsola Malpighi (BO).

La collaborazione con Un filo che Unisce

Gomitolorosa collabora con ‘Un filo che Unisce’, una rete fatta di associazioni e gruppi amatoriali di lavoro a maglia presenti su tutto il territorio nazionale, che condividono e offrono la propria opera volontaria e gratuita per la produzione di manufatti (sciarpe, cappellini ) da destinare ad altre onlus impegnate in campagne di solidarietà sociale. Tra questi anche i MagliUomini, un gruppo composto da uomini che condividono la passione per le arti tessili (maglia, uncinetto, filatura, ricamo ecc.)

Ad ogni malattia un colore differente

I gomitoli di Gomitolorosa, realizzati con 100% pura lana vergine italiana certificata, che andrebbe in parte distrutta perché prodotta in quantità maggiori rispetto a quelle richieste dal mercato, sono di colore diverso secondo un codice internazionale che attribuisce ad ogni malattia un colore differente.
Ad esempio: rosa: cancro al seno; azzurro: cancro alla prostata, arancione per la leucemia e così via.

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