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Cresce speranza di vita delle italiane, uomini recuperano gap

benessere e saluteCresce, seppure di poco, l’aspettativa di vita per le donne italiane che nel 2011 era mediamente 84,5 anni (+0,5 anni dal 2007, ovvero 6 mesi) contro i 79,4 anni per gli uomini (+0,7 anni dal 2007, ovvero 8,5 mesi): si mantiene dunque il vantaggio femminile in termini di sopravvivenza, anche se il ‘gap’ tra i due generi continua a ridursi.

Questi alcuni dati sullo stato di salute delle donne italiane ‘fotografato’ nella IV edizione del Libro bianco dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) realizzato grazie al contributo di Farmindustria ed in collaborazione con l’Osservatorio sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Il volume prende in esame la situazione clinica-epidemiologica attuale della donna in Italia e individua le principali patologie in rosa con l’obiettivo di evidenziare le esigenze dell’universo femminile in ambito sanitario-assistenziale in quanto la cultura della Medicina di Genere è essenziale per garantire alle donne la tutela della propria salute.

Dalla comparazione dei tassi di ospedalizzazione non emergono differenze significative tra uomini e donne, mentre i livelli di consumo di farmaci risultano più elevati per la popolazione femminile (42,9% vs. 34,3%), con tuttavia una modesta contrazione rispetto al 2009 (44,6%).

L’analisi degli indicatori di salute e malattia nelle diverse Regioni italiane evidenzia le aree più critiche della salute femminile: si registra un incremento dell’incidenza e della prevalenza di tutti i tumori maligni nelle donne con una differenza Nord-Sud a svantaggio del Settentrione, anche se il tasso standardizzato di mortalità è quasi doppio per gli uomini (35,6 vs 19,39 per 100.000 abitanti). La prevenzione oncologica si è molto sviluppata con gli screening organizzati ed è migliorata su tutto il territorio nazionale, anche se persiste una differenza tra macro-aree geografiche. In particolare, per quanto riguarda la vaccinazione anti-Papilloma virus, la copertura raggiunta risulta ancora disomogenea e ben lontana dagli obiettivi prefissati.

I dati sulle malattie ischemiche confermano le marcate differenze di genere, con tassi di ospedalizzazione più che doppi negli uomini rispetto alle donne (961,7 vs 341 per 100.000 abitanti). Quanto alla salute mentale, il tasso di ospedalizzazione per i disturbi psichici da abuso di droghe è maggiore per gli uomini, ma si registra un aumento tra il genere femminile, in particolare nella fascia di età 45-54 anni. In tema di salute materno-infantile, permane un’alta percentuale di tagli cesarei (38,7%), con un range che varia djogging2a un minimo del 24% in Friuli Venezia Giulia a un massimo del 61,7% in Campania, mentre i punti nascita sono diminuiti, così come il numero di strutture con Tin (Terapia intensiva neonatale), che eseguono meno di 800 parti /anno: rimane ancora molto lavoro da fare per riorganizzare la rete assistenziale secondo le linee di azione tracciate dal Programma nazionale, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni del 2011.

“L’analisi trasversale degli indicatori ‘al femminile’ di questa quarta edizione del Libro bianco – dichiara Francesca Merzagora, presidente Onda – documenta che lo stato di salute delle donne è complessivamente buono, anche se permangono tra macroaree geografiche e singole Regioni marcate differenze in termini di distribuzione del benessere, accessibilità e appropriatezza dei servizi offerti, con il Meridione e le Isole in posizione nettamente più svantaggiata rispetto al Centro e al Nord”.

“Il quadro che emerge da questo volume – dichiara Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – evidenzia una condizione di benessere fisico in generale buona della popolazione femminile, ma rileva l’urgenza sia di promuovere campagne preventive più mirate e politiche socio-sanitarie in grado di assicurare il mantenimento e il miglioramento delle generali condizioni di salute, sia di favorire il potenziamento e/o l’adeguamento dell’offerta dei servizi, spesso insufficienti e poco rispondenti alle esigenze dell’utenza”.

11 dicembre 2013

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