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Una manciata di semi può salvare il mondo? La nuova campagna di Aiab

coltivare la biodiversità – Possono dei miscugli di semi racchiudere al loro interno tanta forza e diversità da riuscire a contrastare i disastrosi effetti dei cambiamenti climatici? E come gli agricoltori diventano custodi di patrimoni ambientali?
A chiederselo sono i responsabili di Aiab che insieme a Miscugli.it, Arcoiris e FIRAB, e grazie alla supervisione scientifica del Prof. Salvatore Ceccarelli, hanno lanciato una nuova campagna a tutela della biodiversità, del suolo e della libertà dei contadini per dimostrare come una manciata di semi può essere un grande capitale e salvare il mondo.

Dal titolo ‘ColtiviAMO BIOdiversità – bene comune’ la campagna, voluta con determinazione dall’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, consente di sottolineare come il mercato mondiale del seme è oggi nelle mani di 10 grosse aziende che ne detengono il monopolio.

“Questo – sottolinea l’Aiab – limita la sovranità alimentare, impoverisce le tasche degli agricoltori sempre più soggetti a regole dettate dalle multinazionali, condiziona le scelte dei contadini su quello che possono seminare, danneggia la salute dei consumatori sempre più affetti da allergie e intolleranze, inquina l’ambiente, peseminare il futuror l’estremo uso di fitofarmaci ed esaspera i cambiamenti climatici”.

Esiste una sola strada per ovviare a tutto ciò ovvero coltivare la biodiversità.

“Bisogna riportare il controllo dei semi nelle mani degli agricoltori – dice Salvatore Ceccarelli, genetista e sperimentatore in molti Paesi del mondo del miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo – L’omologazione dei semi e la loro appartenenza a poche multinazionali è uno dei maggiori attentati alla salute del pianeta e delle persone. Anche perché molte multinazionali che hanno il monopolio sui semi detengono anche il monopolio sui pesticidi. La ricerca ha cominciato a vedere, ad esempio, che l’aumento della frequenza di molte intolleranze, ma anche di malattie come il diabete e vari tipi di tumori, è associata alla crescente uniformità del cibo”.

Secondo l’associazione è sotto gli occhi di tutti che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità dei sistemi ai disastri naturali, diminuisce il livello della salute all’interno delle comunità, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse alimentari e idriche, impoverisce le tradizioni culturali.

E’ giusto quindi considerare la biodiversità come un bene comune e come tale custodito, coltivato e tutelato attraverso le pratiche agronomiche proprie dell’agricoltura biologica e biodinamica, lavorando con attenzione sui semi del futuro.

La scelta di lanciare la cseminare il futuroampagna nasce proprio da questi presupposti con la volontà precisa di tutelare la biodiversità, il suolo e la sovranità alimentare.
“E’ proprio vero – ha detto Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab – che una manciata di semi può salvare il mondo e noi vogliamo dare il nostro reale contributo in questa direzione”.

Elementi focali della campagna sono quindi la volontà di recuperare, diffondere e coltivare biodiversità, tramite la disseminazione di miscugli di semi provenienti da incroci e raccolte, anche di varietà antiche, nelle aziende agricole biologiche e biodinamiche che vorranno partecipare e che diventeranno così custodi e moltiplicatori di semi.

I contadini, tornando a essere custodi dei semi e vivendo in ambienti diversi, dove questi miscugli evolveranno in modo diverso, potranno selezionare, da questi stessi semi, varietà diverse – spiegano in Aiab -.Questo avrà un grosso effetto positivo sull’aumento della biodiversità coltivata, sulla diversità del nostro cibo e sulla salute di tutti noi. L’obiettivo è quello di contribuire alla conservazione e valorizzazione di risorse genetiche di cereali e altre specie, attivando una rete didattico-informativa a sostegno delle aziende coinvolte, per ridare ai contadini il ruolo di garanti della biodiversità e la proprietà delle sementi”.

20 gennaio 2016

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