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Agricoltura sempre più rosa: un terzo delle imprese guidate da donne

agricolturaL’ agricoltura fa registrare un incremento record del 7,1 per cento nel numero di occupati, che è dieci volte superiore al valore medio totale di tutti i settori, nonostante le pesanti difficoltà registrate a seguito del maltempo.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa al quarto trimestre del 2014 divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat su occupati e disoccupati in Italia. Il trend positivo dell’agricoltura è particolarmente importante e – sottolinea la Coldiretti – è il risultato di una crescita del 17,5 per cento al nord e del 2,8 per cento al centro e dell’1,1 per cento.

Le vere protagoniste di un settore in costante evoluzione sono le donne, intraprendenti, preparate e con un’attenzione particolare alla multifunzionalità.

Le donne sono sempre di più impiegate come manodopera specializzata o si pongono con successo alla guida delle imprese, in particolare agrituristiche.

Negli ultimi anni la componente femminile nei campi è cambiata e di molto, tanto che, una impresa su tre oggi è guidata da donne, con 532.000 conduttrici di aziende agricole. Consistente è anche la ‘quota rosa’ degli occupati pari al 40%. Inoltre, secondo i dati che emergono dall’ultimo censimento Istat, su 11 milioni di persone che vivono nelle aree rurali il 51% è costituita da donne. In Italia lavorano 1,3 milioni di donne in agricoltura, quasi il doppio della Spagna dove risultano 660.000 mentre in Francia e in Germania sono circa 340.000 (dati Eurostat).

Ma quale è l’identikit delle donne che conducono le aziende agricole?
Prevale la fascia d’età più anziana ma le più giovani sono molto più dinamiche.
Le imprenditrici tra i 60 e i 74 anni rappresenta, in percentuale, la fetta più consistente, con il 32% di aziende, il 25,3% di Sau (Superficie agricola utilizzata), ma le under 30, che rappresentano solo l’1,7% del totale delle aziende ‘rosa’, riescono a utilizzare meglio la terra.

donne ambiente green economyE i dati lo dimostrano: il valore della produzione standard media aziendale è il più alto raggiungendo i 36.869,66 euro contro i 10,900,73 euro delle ‘colleghe’ under 60 e gli 8.598,52 euro delle over ’75. Di poco inferiore il valore realizzato dalle imprenditrici con età dai 30 ai 40 anni con 32.784,19 euro.

Anche il valore della produzione standard media per giornata lavorativa pari a 186,53 euro, premia le giovanissime. Dunque, le imprese più giovani, sembrano più orientate al mercato e ad una maggiore diversificazione delle proprie attività produttive anche attraverso l’adozione di modelli organizzativi e gestionali che determinano una maggiore efficienza nell’uso delle risorse.

Le laureate sono appena il 6%, mentre possiedono un diploma di scuola il 18% ma a fronte di una classe imprenditoriale con titolo di studio medio-alto, si rileva un 6% di analfabetismo. Bassa è anche la percentuale di imprenmditrici straniere pari allo 0,33%.

In generale le potenzialità del settore agricolo sono dimostrate – spiega la Coldiretti – anche nelle scuole secondarie con gli istituti agrari che fanno segnare quest’anno un aumento record del 39 per cento dall’inizio della crisi nel 2007/2008. Non a caso, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’ il 57 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento).

“Le campagne possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea” ha spiegato ​il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’esperienza dimostra che molti giovani hanno saputo riconoscere ed incarnare le potenzialità del territorio trovando opportunità occupazionali, ma anche una migliore qualità della vita”.

Ora la sfida – ha concluso Moncalvo – è portare il valore della trasparenza nelle filiere fino alla grande distribuzione per garantire a tutti gli agricoltori la giusta redditività”.

03 marzo 2015

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